domenica 29 dicembre 2013

NO AI BOTTI DI CAPODANNO. APPELLO DEGLI ECOLOGISTI

http://gaiaitalia.it/home/


L’associazione Gaia Animali & Ambiente si appella ai cittadini che rispettano gli animali affinché limitino, la notte di Capodanno, i botti più rumorosi.

Il rumore provocato dallo scoppio dei fuochi artificiali e dei petardi nel pieno della notte causa enormi danni agli animali che abitano le nostre città e i nostri paesi. Danni neppure immaginati dalla maggior parte dei cittadini.

“L'udito del cane e del gatto è molto superiore a quello dell'uomo”, spiega Edgar Meyer, presidente di Gaia Animali & Ambiente. “Noi abbiamo una finestra uditiva compresa tra le frequenze denominate infrasuoni (al di sotto dei 16 hertz) e quelle denominate ultrasuoni (al di sopra dei 15.000 hertz), il cane invece percepisce fino a 60.000 hertz e il gatto fino a 70.000. Il cane è in grado di udire frequenze superiori alle 80 mila vibrazioni al secondo, la sua sensibilità uditiva è talmente alta che i botti gli causano un vero e proprio dolore”. Nella notte di Capodanno sono moltissimi i cani e i gatti che, fuggendo dalle abitazioni e dai giardini, finiscono vittime di automobili non visibili al buio.

Per non parlare degli uccelli che, disorientati e impauriti, spesso urtano contro gli alberi o gli edifici rischiando di ferirsi e di morire. Molto spesso, inoltre, muoiono assiderati dal freddo, nell'impossibilità di ritrovare il proprio riparo.

“Il Capodanno sia un giorno di festa”, dichiara Meyer, “ma lo sia per tutti, animali compresi. Per questo chiediamo di limitare questa forma di festeggiamento ai 'fuochi' più silenziosi, che spesso sono anche i più belli, come le "fontane", per fare un esempio”.

”I botti sono colpevoli ogni anno della morte di migliaia di animali per stress, spaventi, incidenti e assideramento. Spesso anche con conseguenze per l'uomo”.

Come proteggere i nostri amici a 4 zampe? “Quelli che normalmente vivono all'esterno, andrebbero tenuti temporaneamente in un luogo chiuso, comodo e rassicurante”, spiega Meyer. Che prosegue. “Per i gatti abituati ad usare il gattaiolo (sportello per uscire), tenetelo chiuso, preparando in casa una cassetta per i loro bisogni (se non c'è già). Fate attenzione che non escano quando aprite la porta, e, quando portate a spasso il cane, non vi fidate a slegare il guinzaglio. Inoltre si consiglia di tenere alto il volume della tv, della radio o altri abituali suoni casalinghi per coprire in parte il rumore dei botti, specialmente se l' animale resterà solo in casa”.


BOTTI DI CAPODANNO: DECALOGO DEI CONSIGLI PER FIDO E MICIO

Consigli per evitare che la notte di Capodanno Micio e Fido vivano ore di angoscia a causa dei botti

CONSIGLI PER FIDO

1. non mostrarsi troppo protettivi, alimenta le sue paure
2. tenerlo in appartamento, meglio se in una stanza in penombra e lontana dai rumori
3. accendere la musica (Tv o radio): minimizza l´impatto dei botti
4. non tenerlo legato alla catena: potrebbe strozzarsi
5. in passeggiata, tenerlo saldamente al guinzaglio senza liberarlo: il pericolo di fuga è alto
6. assicurarsi che sia facilmente identificabile con microchip o tatuaggio e medaglietta: in caso di fuga e smarrimento, sarà facilmente ritrovato
7. se fugge, cercatelo nei canili e comunicate la scomparsa presentando denuncia di smarrimento a vigili, carabinieri o polizia, avvisate le associazioni animaliste e i siti internet che si occupano di cani scomparsi


CONSIGLI PER MICIO

1. se è abituato ad uscire, chiudere la gattaiola (per un giorno…)
2. manifestare indifferenza accendendo musica o tv per attutire i rumori esterni
3. non lasciarlo solo in giardino ed in balcone: potrebbe farsi male, scappare o buttarsi di sotto
4 preparargli un rifugio alternativo gia individuato magari sotto il letto
5. se si nasconde in casa, meglio lasciarlo nel rifugio che ha individuato
6. nei casi più gravi chiedere al veterinario di fiducia un blando sedativo per tranquillizzarlo
7. se il gatto scompare cercarlo subito in zona: potrebbe essersi nascosto poco distante da casa


giovedì 26 dicembre 2013

Ciampino. Salvata meticcia di due anni con i suoi 7 cuccioli abbandonati. Ora si cercano famiglie per le adozioni


http://www.polizialocaleciampino.it/

Gli agenti del Comando di Polizia Locale di Ciampino, nel corso del pattugliamento del territorio, hanno trovato nei giorni immediatamente precedenti al Natale un meticcio di due anni che era stato abbandonato nel corso della notte fuori al Casale dei Monaci, legato ad un palo con i suoi sette cuccioli nati da soli due mesi.
Fortunatamente, il pronto intervento di alcuni ospiti del Casale, che hanno immediatamente allertato il Comando, ed il tempestivo trasporto degli stessi presso il canile veterinario, hanno permesso di evitare danni alla salute dei cani, sopratutto dei cuccioli, apparsi evidentemente spaesati ed impauriti. La successiva visita del veterinario e le cure prestate in questi giorni presso il canile hanno permesso di accertare il buono stato di salute.
Tutti e 8 i cani (la mamma è un meticcio nero, taglia grande, nata nel 2010, mentre i cuccioli sono 5 maschi e sette femmine, tutti di taglia grande, alcuni con manto nero e bianco altri con manto fulvo e bianco) veranno ora tenuti sotto osservazione per circa 20 giorni, necessari alla sverminazione ed alle vaccinazioni, per poi essere pronti - previa iscrizione all'anagrafe canina nazionale mediante microchip - ad essere accolti dalle famiglie pronte ad un'adozione. 
Per chi fosse interessato può rivolgersi al canile sanitario convenzionato, Hotel degli animali, sito in Via Nettunense 73/a, nella frazione di Castelluccia del Comune di Marino. Il numero di telefono è 06.9310208 e l'email è:hoteldeglianimali@tiscali.it
Sul sito www.polizialocaleciampino.it sono disponibili le foto dei cuccioli.

venerdì 22 marzo 2013

Pasqua 2013 - Lega Nazionale per la Difesa del Cane chiede a Papa Francesco di invitare i propri fedeli a evitare che oltre 700mila animali vengano sacrificati per “celebrare” questa ricorrenza religiosa.



Nonostante in Italia, sia accresciuta la preferenza per il menù cruelty free, ogni anno, nel solo mese della Pasqua, sono oltre 700mila gli animali sacrificati per “celebrare” questa ricorrenza religiosa, in cui capretti, agnelli, cuccioli, termineranno i loro giorni finendo in un piatto.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane augurando a tutti gli italiani di trascorrere una Pasqua felice, auspica che si diffonda sempre maggiormente la cultura della festa senza uccisioni di esseri viventi. Un giorno che dovrebbe essere per i fedeli un invito a rinascere e rinnovarsi, si ripete, allo stesso modo, anno dopo anno: animali trasportati per ore, a volte per giorni, stipati senza cibo né acqua, per giungere ai macelli di destinazione, dove li attendono le ultime, atroci sofferenze. Per quest’anno, però, speriamo in un piccolo-grande miracolo; sogniamo che a partire da oggi gli italiani rinuncino all’agnello, sostituendone la carne con un menù alternativo. Un modo unico e speciale per santificare la festa senza sporcare di sangue e morte una ricorrenza che acquista un sapore molto più importante se arricchita da una ulteriore valenza etica che ben si accosta al messaggio cristiano di amore universale: non uccidere. Permettendo così a tantissimi animali nati da poco di poter restare vicino alla loro mamma, liberi di correre nei prati. Inoltre, ridurre il più possibile, o meglio eliminare, i consumi di carne e di altri prodotti animali giova anche al benessere di tutto il Pianeta. Ogni pasto tutto vegetale fa infatti risparmiare quasi 1000 litri di acqua e 1,66 kg di CO2 equivalenti rispetto a un menù con carne, a parità di apporto nutrizionale. Tanti validi motivi affinché la bontà non sia solo una questione di gusto.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane chiede alla Chiesa e a Papa Francesco di invitare i propri fedeli a evitare il sacrificio di tanti esseri viventi per celebrare la Santa Pasqua. In questo modo, il valore di una fede autentica, profondamente spirituale e rispettosa di tutto il creato, verrebbe profondamente arricchito da una prova di grande umanità.

lunedì 18 marzo 2013

CACCIA ALLA VOLPE IN TANA, LA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DIRITTI ANIMALI E AMBIENTE INVITA LA PROVINCIA DI SIENA A RITIRARE IL PERMESSO

FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DIRITTI ANIMALI E AMBIENTE

I cuccioli sbranati dai cani, gli adulti presi a fucilate. Ecco che cos'è la "caccia alla volpe in tana", autorizzata a partire dal 1 aprile, come "attività di controllo", negli istituti faunistici della Provincia di Siena. Contro la caccia "di controllo" in generale e in particolare contro questo metodo "barbaro ed incivile" protesta energicamente la Federazione Italiana associazioni diritti animali e ambiente - alla quale aderiscono tra le altre Enpa, Lav, Lega del cane, Leidaa, Oipa - che invita l'Ufficio risorse faunistiche della Provincia a rivedere la propria posizione. "I cosiddetti danni prodotti dalla volpe – osservano le associazioni – sono in realtà causati dalla riduzione e dal depauperamento degli habitat naturali, che spingono questo predatore, timido e schivo, ad entrare in contrasto con l'uomo. La risposta non può essere lo sterminio e men che meno lo sterminio realizzato scatenando mute di cani da caccia contro i cuccioli di volpe ancora rintanati. Nessun parere "scientifico" può giustificare l'impiego di un sistema tanto crudele. Chiediamo pertanto alla Provincia di Siena di ritirare l'autorizzazione a praticare la caccia alla volpe "in tana" e in generale a rinunciare alla caccia come strumento "di controllo" delle popolazioni di fauna selvatica. Ai cittadini chiediamo di rilanciare ed appoggiare la nostra richiesta scrivendo all'assessore all'Agricoltura e alla Caccia, Anna Maria Betti annamaria.betti@provincia.siena.it ". 

martedì 12 marzo 2013

STOP VIVISECTION: OIPA e LEAL scendono in piazza in tutta Italia per firmare contro la vivisezione




All’indomani della data storica, 11 marzo 2013, che segna ufficialmente lo stop in tutti i Paesi dell’Unione Europea ai test sugli animali per i cosmetici e quindi la vittoria di una significativa battaglia, l’OIPA e la LEAL annunciano una nuova iniziativa per non abbassare la guardia e portare avanti la guerra alla vivisezione in toto.
Sabato 16 e Sabato 23 marzo 2013 organizzeranno infatti tavoli nelle principali piazze italiane affinché gli italiani possano mettere nero su bianco il loro no alla vivisezione. Le firme raccolte andranno infatti a supportare l’iniziativa europea STOP VIVISECTION per chiedere alla Commissione Europea l’abrogazione della Direttiva 2010/63/UE in materia di sperimentazione animale, a favore di una nuova proposta di direttiva che sia finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale e che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologica l’utilizzo di dati specifici per la specie umana invece dei dati ottenuti su animali.

La Direttiva del 2010 aveva infatti, se possibile, peggiorato ulteriormente i dettami della precedente n. 609/86 e non aveva tenuto minimamente conto dell’orientamento e della sensibilità dei cittadini europei che si sono espressi assolutamente in maniera contraria alla sperimentazione sugli animali ed in favore di una loro maggiore difesa: possibilità di sperimentazione su cani e gatti randagi, possibilità non praticare anestesia anche in esperimenti dolorosi e nessun incentivo ai metodi scientifici che non prevedono l’utilizzo di animali. Per chiedere che queste atrocità, indegne di Paesi civilizzati, vengano rigettate definitivamente nel Medioevo, la petizione STOP VIVISECTION deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 27 Stati membri dell'UE. Per ciascuno dei 7 paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme.

“Dobbiamo avere la forza di fermare la vivisezione anche per provate ragioni scientifiche che addirittura prescindono dalla atroce condizione di milioni e milioni di animali innocenti. A noi tutti, come potenziali malati, semplicemente non conviene un metodo di ricerca basato sul nulla biologico, medico, farmacologico e scientifico – sottolinea Edoardo Gandini, OIPA-EU Relations Officer e membro di European Enforcement Network of Animal Welfare Lawyers and Commissioners -  Da oltre vent'anni i cittadini europei attendevano una nuova regolamentazione di questa materia e l'Unione Europea ci ha consegnato e ci obbliga -in palese violazione dei Trattati- a fare un salto indietro nel tempo che altro non è che un'involuzione preoccupante della nostra civiltà in un momento in cui davvero non ce n'era bisogno. So molto bene che il successo di Stop Vivisection non eliminerà tout court la vivisezione, ma forse garantirà la forza e la pressione necessarie affinché la Commissione e il Parlamento Europeo abbiano ben chiaro che normative vergognose come la Direttiva 63/2010 e il Regolamento Reach dovranno essere quanto prima sostituiti da una legislazione rispettosa della civiltà europea, dei suoi cittadini, dei suoi consumatori e di ogni essere senziente che chiede solo di poter godere della propria vita”.
La Direttiva 2010/63/Ue è non solo moralmente, ma anche scientificamente inaccettabile - dichiara Gian Marco Prampolini, presidente della LEAL - Lega Antivivisezionista - Fa dell’Europa un fanalino di coda rispetto alle necessità di una scienza degna del XXI secolo. Ricordo, a titolo d’esempio, che l’Accademia delle Scienze americana si è più di una volta pronunciata a favore di una svolta radicale nella ricerca, con il passaggio dalla sperimentazione animale, giudicata non predittiva per l’uomo, a metodi sostitutivi,  più affidabili e rilevanti per la tutela della nostra salute. Pubblicato nel 2007, il rapporto dell’Accademia americana significativamente intitolato Toxicity Testing in the 21st Century: a Vision and a Strategy (Tossicologia nel XXI secolo: visione e strategia) ha acquistato nuovo slancio, proprio pochi giorni fa, con la pubblicazione di uno studio scientifico che dichiara “nulli” gli studi sui topi - costati decenni di lavoro e miliardi ai contribuenti - per malattie mortali per l’uomo come la sepsi, le ustioni e i traumi, con preoccupanti addentellati anche per ciò che riguarda gli studi sul cancro e le malattie cardiache. Ma l’Europa non se ne dà per intesa. La sua risposta è stata una legge più simile a un suppliziario medievale e a un protocollo d'affari che a una meditata via d’uscita da questo abisso morale e scientifico. Ora, con Stop vivisection abbiamo la possibilità di chiedere che tutto ciò venga cancellato: non perdiamo l’occasione!”.


Per visionare l’elenco delle piazze dove sarà possibile firmare: http://www.oipa.org/italia/appuntamenti/stopvivisection.html

domenica 24 giugno 2012

La nuova campagna del Fondo Amici di Paco contro la sofferenza degli animali




Per chi crede... ma si sbaglia...
La nuova campagna del Fondo Amici di Paco contro la sofferenza degli animali

Molto spesso chi fa soffrire gli animali lo fa per superficialità, non necessariamente per crudeltà. È importante una riflessione sulla capacità di sofferenza degli animali per modificare una mentalità che parte dall’interno delle famiglie, passa per i macelli, per arrivare nei laboratori di vivisezione.

TU CREDI che solo perché non ho la parola io non soffra se mi trascuri, se mi picchi, se mi maltratti, se mi abbandoni? TI SBAGLI. Un cane maltrattato o abbandonato può morire. Di dolore o sotto una macchina. Per lui è la stessa cosa. PENSACI. Per il tuo cane tu sei tutta la sua vita.
Questo è il testo, che sovrasta a caratteri cubitali la fotografia di un cagnolino dall’aria contrita, della nuova campagna del Fondo Amici di Paco contro la sofferenza degli animali. Una campagna che si affianca a quella già nota “Non abbandonare il tuo cane. Lui non ti abbandonerebbe mai” che per anni ha avuto e ha tuttora per testimonial Paco, il trovatello divenuto simbolo dell’associazione nata nel 1997.
Il messaggio è chiaro: far capire a chi è refrattario che i cani (e gli animali in genere) provano dei sentimenti e quindi gioiscono ma, anche, soffrono.
«Se il concetto che anche gli animali soffrono, né più ne meno di noi, si diffondesse» ha dichiarato Diana Lanciotti, fondatrice e presidente onorario del Fondo Amici di Paco, in occasione della presentazione della nuova campagna, «molti atteggiamenti nei loro confronti cambierebbero. In anni di impegno a favore degli animali ci siamo resi conto che chi fa soffrire un animale, abbandonandolo, trascurandolo, relegandolo alla solitudine, non necessariamente è una persona crudele. La stragrande maggioranza è di persone che “non ci hanno mai pensato”, come diceva Paco nello spot contro l’abbandono che è andato in onda per anni in tv. Persone che non si rendono conto che con il loro atteggiamento possono fare male, molto male a un animale. Tipico è l’esempio di chi, con l’arrivo delle vacanze, una volta “preso” un cane a Natale, magari per soddisfare il capriccio temporaneo di un bambino (che poi non viene educato ad assumersi la responsabilità di un altro essere vivente), decide di disfarsene abbandonandolo... Tanto ci pensa qualcun altro, tanto si trova sempre qualcun altro che se ne fa carico. E a volte per fortuna succede, se il cane viene recuperato, portato in un canile e adottato da una nuova famiglia. Ma la maggior parte delle volte succede che il cane si perde, si unisce a un branco di cani selvatici, rinselvatichendosi a sua volta, o finisce sotto una macchina, o muore di stenti o malattie. Oppure, pur portato in salvo in un rifugio, resta lì per il resto dei suoi giorni.»
Sono oltre 150.000 i cani abbandonati ogni anno in Italia, che provocano migliaia di incidenti anche gravi, e si stimano in oltre mezzo milione i cani rinselvatichitti che vagano sul territorio nazionale (e diventano incolpevoli autori di aggressioni ai danni dell’uomo, con conseguenze a volte gravissime: v. “Amici di Paco” 50).
Alcuni cadono nella rete dei procacciatori per la vivisezione e lì si apre un capitolo terribile.
«Fa comodo credere che un cane non soffra», ha proseguito la fondatrice del Fondo Amici di Paco. «Così come fa comodo credere che gli animali in genere non soffrano. Altrimenti come si potrebbe ucciderli (oltretutto con sistemi barbari e cruenti) per cibarsene, o usarli per la sperimentazione medica, per esperimenti che servono soprattutto a dare lustro a chi li fa? Nel mondo accademico un lavoro vale solo se “pubblicato” sulle “più prestigiose” riviste internazionali, dove chi si è incrudelito magari su un povero scimpanzé o un povero Beagle può vantarsi con i propri colleghi di essere arrivato a quel tal risultato sperimentando la tal tecnica chirurgica o la tal sostanza su un animale che, in realtà, ha un organismo e un DNA che nulla o poco hanno da spartire con quello umano.»
Come da anni stanno argomentando illustri personalità della medicina e della veterinaria, voler assimilare il corpo umano a quello animale è una forzatura.
«Una forzatura che ha portato negli anni alla morte cruenta e inutile di milioni di animali da laboratorio, ai quali sono state provocate malattie che “imitano” quelle umane, ma che sugli organismi animali agiscono in modo diverso, rendendo vano in partenza questo tipo di sperimentazione. Che, se effettivamente fosse efficace, avrebbe permesso da un pezzo di debellare malattie gravi come i tumori, l’Alzheimer, ecc. E invece lo scopo di tutto è spacciare come buona e utile una sperimentazione che poggia le basi su presupposti fasulli, per mettere sul mercato farmaci che non curano, ma tutt’al più alleviano, provocando in ogni caso una caterva di effetti collaterali “anche gravi” che a loro volta richiedono il ricorso ad altri farmaci... e così via, in questa spirale che serve a mantenere in una situazione di malattia cronica il malato, la classica mucca da mungere del sistema sanitario-farmaceutico.»
Al centro di tutto, il sacrificio di migliaia di animali.
«Animali sacrificati per far ingrassare le case farmaceutiche che, alla pari delle banche, delle società petrolifere, delle case automobilistiche, sono i veri grandi poteri, le vere manovratrici delle leve del mondo in cui viviamo. Ecco perché», ha concluso la Lanciotti, «oltre alle grandi campagne condotte contro la vivisezione è importante trasmettere il messaggio che tutti gli animali soffrono e non è giusto privarli della loro dignità, della loro libertà, del loro benessere. Se passerà il concetto che un cane abbandonato può morire di crepacuore, allora più facilmente si riuscirà a far accettare il concetto che un animale a cui sparo un chiodo in fronte soffre, e soffre anche un gatto a cui è stata asportata la calotta cranica per conficcargli nel cervello degli elettrodi e dimostrare qualche assurda teoria.»
La campagna “TU CREDI... TI SBAGLI”, pubblicata oltre che sulla rivista “Amici di Paco” anche dalle testate che aderiscono all’iniziativa, è stata ideata gratuitamente dall’agenzia di pubblicità Errico & Lanciotti, sotto la direzione creativa di Diana Lanciotti.

Simona Rocchi
Ufficio stampa Fondo Amici di Paco



Per info:

Fondo Amici di Paco
Associazione nazionale per la tutela degli animali
Organizzazione di Volontariato - O.N.L.U.S.
25080 Padenghe sul Garda (BS) - Italy
Tel. +39 030 9903142 Fax +39 030 5109170
paco@amicidipaco.it

lunedì 27 giugno 2011

Le guardie zoofile OIPA recuperano un boa a Milano . Il rettile era fuggito dalla sua teca

 Giovedì 23 giugno le guardie zoofile OIPA sono intervenute per recuperare un esemplare di boa constrictor della lunghezza di circa 2 metri che si era rifugiato in un giardino privato in Via Lanciano, a Milano.
Dopo avere ricevuto la segnalazione di un privato cittadino che aveva rinvenuto il rettile nel suo giardino, le guardie zoofile OIPA si sono immediatamente recate sul posto e hanno catturato il boa con il supporto di Auto Bau, servizio di trasporto e cattura animali. Nel giro di pochi minuti si è risaliti al proprietario che, dopo aver preso in consegna il rettile e averlo ricollocato nella teca da cui era fuggito, è stato sanzionato per omessa custodia.
Il nostro intervento ha permesso di evitare una situazione pericolosa sia per le persone che per il boa – commenta Olimpia Ragozzino, Coordinatrice del nucleo di guardie zoofile OIPA di Milano e provincia - Le guardie zoofile non intervengono solo quando sono coinvolti cani e gatti, ma anche animali esotici, troppo spesso acquistati da persone inesperte che non ne rispettano l’etologia. Quello che ci auspichiamo è che aumenti la consapevolezza che l’amore per questi animali consiste nel lasciarli liberi nel loro habitat naturale.”