All’indomani della data storica, 11
marzo 2013, che segna ufficialmente lo stop in tutti i Paesi dell’Unione Europea
ai test sugli animali per i cosmetici e quindi la vittoria di una significativa
battaglia, l’OIPA e la LEAL annunciano una nuova iniziativa per non abbassare la
guardia e portare avanti la guerra alla vivisezione in toto.
Sabato 16 e Sabato 23 marzo 2013
organizzeranno infatti tavoli nelle principali piazze italiane affinché gli
italiani possano mettere nero su bianco il loro no alla vivisezione. Le firme
raccolte andranno infatti a supportare l’iniziativa europea STOP VIVISECTION per
chiedere alla Commissione Europea l’abrogazione della Direttiva 2010/63/UE in
materia di sperimentazione animale, a favore di una nuova proposta di direttiva
che sia finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale e
che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologica l’utilizzo di
dati specifici per la specie umana invece dei dati ottenuti su
animali.
La Direttiva del 2010 aveva infatti,
se possibile, peggiorato ulteriormente i dettami della precedente n. 609/86 e
non aveva tenuto minimamente conto dell’orientamento e della sensibilità dei
cittadini europei che si sono espressi assolutamente in maniera contraria alla
sperimentazione sugli animali ed in favore di una loro maggiore difesa:
possibilità di sperimentazione su cani e gatti randagi, possibilità non
praticare anestesia anche in esperimenti dolorosi e nessun incentivo ai metodi
scientifici che non prevedono l’utilizzo di animali. Per chiedere che queste
atrocità, indegne di Paesi civilizzati, vengano rigettate definitivamente nel
Medioevo, la petizione STOP VIVISECTION deve essere sostenuta da almeno un
milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 27 Stati membri dell'UE. Per
ciascuno dei 7 paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme.
“Dobbiamo avere la forza di fermare
la vivisezione anche per provate ragioni scientifiche che addirittura
prescindono dalla atroce condizione di milioni e milioni di animali innocenti. A
noi tutti, come potenziali malati, semplicemente non conviene un metodo di
ricerca basato sul nulla biologico, medico, farmacologico e
scientifico –
sottolinea Edoardo Gandini, OIPA-EU Relations Officer e membro di European
Enforcement Network of Animal Welfare Lawyers and Commissioners - Da oltre
vent'anni i cittadini europei attendevano una nuova regolamentazione di questa
materia e l'Unione Europea ci ha consegnato e ci obbliga -in palese violazione
dei Trattati- a fare un salto indietro nel tempo che altro non è che
un'involuzione preoccupante della nostra civiltà in un momento in cui davvero
non ce n'era bisogno. So molto bene che il successo di Stop Vivisection non
eliminerà tout court la vivisezione, ma forse garantirà la forza e la pressione
necessarie affinché la Commissione e il Parlamento Europeo abbiano ben chiaro
che normative vergognose come la Direttiva 63/2010 e il Regolamento Reach
dovranno essere quanto prima sostituiti da una legislazione rispettosa della
civiltà europea, dei suoi cittadini, dei suoi consumatori e di ogni essere
senziente che chiede solo di poter godere della propria
vita”.
“La Direttiva 2010/63/Ue è non
solo moralmente, ma anche scientificamente inaccettabile - dichiara Gian
Marco Prampolini, presidente della LEAL - Lega Antivivisezionista - Fa
dell’Europa un fanalino di coda rispetto alle necessità di una scienza degna del
XXI secolo. Ricordo, a titolo d’esempio, che l’Accademia delle Scienze americana
si è più di una volta pronunciata a favore di una svolta radicale nella ricerca,
con il passaggio dalla sperimentazione animale, giudicata non predittiva per
l’uomo, a metodi sostitutivi, più affidabili e rilevanti per la tutela della
nostra salute. Pubblicato nel 2007, il rapporto dell’Accademia americana
significativamente intitolato Toxicity Testing in the 21st Century: a Vision and
a Strategy (Tossicologia nel XXI secolo: visione e strategia) ha acquistato
nuovo slancio, proprio pochi giorni fa, con la pubblicazione di uno studio
scientifico che dichiara “nulli” gli studi sui topi - costati decenni di lavoro
e miliardi ai contribuenti - per malattie mortali per l’uomo come la sepsi, le
ustioni e i traumi, con preoccupanti addentellati anche per ciò che riguarda gli
studi sul cancro e le malattie cardiache. Ma l’Europa non se ne dà per intesa.
La sua risposta è stata una legge più simile a un suppliziario medievale e a un
protocollo d'affari che a una meditata via d’uscita da questo abisso morale e
scientifico. Ora, con Stop vivisection abbiamo la possibilità di chiedere che
tutto ciò venga cancellato: non perdiamo
l’occasione!”.
Per visionare l’elenco delle piazze
dove sarà possibile firmare: http://www.oipa.org/italia/appuntamenti/stopvivisection.html
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