martedì 12 marzo 2013

STOP VIVISECTION: OIPA e LEAL scendono in piazza in tutta Italia per firmare contro la vivisezione




All’indomani della data storica, 11 marzo 2013, che segna ufficialmente lo stop in tutti i Paesi dell’Unione Europea ai test sugli animali per i cosmetici e quindi la vittoria di una significativa battaglia, l’OIPA e la LEAL annunciano una nuova iniziativa per non abbassare la guardia e portare avanti la guerra alla vivisezione in toto.
Sabato 16 e Sabato 23 marzo 2013 organizzeranno infatti tavoli nelle principali piazze italiane affinché gli italiani possano mettere nero su bianco il loro no alla vivisezione. Le firme raccolte andranno infatti a supportare l’iniziativa europea STOP VIVISECTION per chiedere alla Commissione Europea l’abrogazione della Direttiva 2010/63/UE in materia di sperimentazione animale, a favore di una nuova proposta di direttiva che sia finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale e che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologica l’utilizzo di dati specifici per la specie umana invece dei dati ottenuti su animali.

La Direttiva del 2010 aveva infatti, se possibile, peggiorato ulteriormente i dettami della precedente n. 609/86 e non aveva tenuto minimamente conto dell’orientamento e della sensibilità dei cittadini europei che si sono espressi assolutamente in maniera contraria alla sperimentazione sugli animali ed in favore di una loro maggiore difesa: possibilità di sperimentazione su cani e gatti randagi, possibilità non praticare anestesia anche in esperimenti dolorosi e nessun incentivo ai metodi scientifici che non prevedono l’utilizzo di animali. Per chiedere che queste atrocità, indegne di Paesi civilizzati, vengano rigettate definitivamente nel Medioevo, la petizione STOP VIVISECTION deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 27 Stati membri dell'UE. Per ciascuno dei 7 paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme.

“Dobbiamo avere la forza di fermare la vivisezione anche per provate ragioni scientifiche che addirittura prescindono dalla atroce condizione di milioni e milioni di animali innocenti. A noi tutti, come potenziali malati, semplicemente non conviene un metodo di ricerca basato sul nulla biologico, medico, farmacologico e scientifico – sottolinea Edoardo Gandini, OIPA-EU Relations Officer e membro di European Enforcement Network of Animal Welfare Lawyers and Commissioners -  Da oltre vent'anni i cittadini europei attendevano una nuova regolamentazione di questa materia e l'Unione Europea ci ha consegnato e ci obbliga -in palese violazione dei Trattati- a fare un salto indietro nel tempo che altro non è che un'involuzione preoccupante della nostra civiltà in un momento in cui davvero non ce n'era bisogno. So molto bene che il successo di Stop Vivisection non eliminerà tout court la vivisezione, ma forse garantirà la forza e la pressione necessarie affinché la Commissione e il Parlamento Europeo abbiano ben chiaro che normative vergognose come la Direttiva 63/2010 e il Regolamento Reach dovranno essere quanto prima sostituiti da una legislazione rispettosa della civiltà europea, dei suoi cittadini, dei suoi consumatori e di ogni essere senziente che chiede solo di poter godere della propria vita”.
La Direttiva 2010/63/Ue è non solo moralmente, ma anche scientificamente inaccettabile - dichiara Gian Marco Prampolini, presidente della LEAL - Lega Antivivisezionista - Fa dell’Europa un fanalino di coda rispetto alle necessità di una scienza degna del XXI secolo. Ricordo, a titolo d’esempio, che l’Accademia delle Scienze americana si è più di una volta pronunciata a favore di una svolta radicale nella ricerca, con il passaggio dalla sperimentazione animale, giudicata non predittiva per l’uomo, a metodi sostitutivi,  più affidabili e rilevanti per la tutela della nostra salute. Pubblicato nel 2007, il rapporto dell’Accademia americana significativamente intitolato Toxicity Testing in the 21st Century: a Vision and a Strategy (Tossicologia nel XXI secolo: visione e strategia) ha acquistato nuovo slancio, proprio pochi giorni fa, con la pubblicazione di uno studio scientifico che dichiara “nulli” gli studi sui topi - costati decenni di lavoro e miliardi ai contribuenti - per malattie mortali per l’uomo come la sepsi, le ustioni e i traumi, con preoccupanti addentellati anche per ciò che riguarda gli studi sul cancro e le malattie cardiache. Ma l’Europa non se ne dà per intesa. La sua risposta è stata una legge più simile a un suppliziario medievale e a un protocollo d'affari che a una meditata via d’uscita da questo abisso morale e scientifico. Ora, con Stop vivisection abbiamo la possibilità di chiedere che tutto ciò venga cancellato: non perdiamo l’occasione!”.


Per visionare l’elenco delle piazze dove sarà possibile firmare: http://www.oipa.org/italia/appuntamenti/stopvivisection.html

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